Polizza obbligatoria contro le catastrofi? Non lo è ma potrebbe diventarlo.

Rispunta la polizza fabbricati (obbligatoria) contro le calamità naturali. Allo studio una proposta per risparmiare subito un miliardo di euro. Ma alcuni pensano già ad una nuova tassa sulla casa.

Un iter travagliato. Da alcune recenti statistiche risulta che i danni provocati dalle catastrofi naturali, nel periodo 1944/2012, sono costati allo Stato più di 240miliardi di euro e, solo nel 2013, oltre 3miliardi di euro. Si tratta di un risarcimento che non stupisce se si pensa che l'Italia è stato classificato come il secondo Paese europeo per rischio sismico e sesto per quello di inondazioni. Proprio in riferimento agli ultimi eventi intercorsi si è ritornati a discutere sulla eventuale necessità di introdurre una polizza anti-calamità obbligatoria per tutti gli edifici.
Per onor di cronaca è opportuno ricordare che nel lontano 2004, il testo delle finanziaria prevedeva una assicurazione obbligatoria sugli immobili che provocò un giudizio negativo da parte dell'Autorità Garante della concorrenza il quale ha osservato che "la soluzione prescelta con la disposizione in esame genera un assetto ibrido del settore che potrebbe compromettere l'esplicarsi della concorrenza a danno dei consumatori e del benessere complessivo". Successivamente, in sede di approvazione della Finanziaria 2007, fu presentato un emendamento che proponeva di destinare i 50 milioni di euro inizialmente stanziati per la polizza, ad un fondo di garanzia gestito dalla Consap, ossia dalla compagnia di assicurazione pubblica che gestisce già altri fondi. Il disegno di Legge estendeva ai "fabbricati privati" un Fondo di garanzia destinato ad avviare un regime assicurativo volontario per la copertura dei rischi derivanti da calamità naturali. Anche questo tentativo naufragò in quanto l'emendamento non trovò l'approvazione. Arriviamo al 2010 dove La Finanziaria 2010 destinò un miliardo di euro al Piano Straordinario contro il rischio idrogeologico. Infine è importante ricordare che la polizza contro i terremoti e le altre calamità era già stata prevista dal governo Monti, in occasione della riforma della Protezione Civile (D.L. 59/2012), ma non fu mai convertita in legge in quanto, in Parlamento, si intervenne per abolire l'art. 2 che prevedeva un regolamento di attuazione della polizza assicurativa per gli immobili privati su base volontaria al fine di "garantire adeguati, tempestivi ed uniformi livelli di soddisfacimento delle esigenze di riparazione e ricostruzione".

Le soluzioni adottate dagli altri Paesi. Gli altri Paesi esteri, come gli Stati Uniti, il Giappone, ma anche la Spagna e la Francia, per far fronte al rischio catastrofale, hanno optato per dei sistemi che si basano sulla collaborazione tra pubblico e privato, che ripartisce fra Stato e assicuratori la responsabilità del risarcimento in caso di sinistro. Mentre in Italia, il costo di tali risarcimenti viene ripartito tra i cittadini attraverso la fiscalità. Ma se finora questo modello di intervento ex post da parte della fiscalità generale si è rivelato in grado di affrontare situazioni di grande difficoltà, adesso le risorse pubbliche sembrano del tutto insufficienti a far fronte ad ulteriori risarcimenti ex post.

La proposta. Recentemente è stata avanzata una proposta, proveniente dal mondo assicurativo, secondo la quale lo Stato continui a partecipare a una predeterminata percentuale del danno subito, per esempio il 50%, e che la quota di rischio esclusa dall'intervento pubblico sia coperta da una polizza privata, di natura obbligatoria, sottoscritta dai proprietari di abitazione. Secondo gli addetti ai lavori, a beneficiare sarebbe oltre che i conti pubblici, anche i cittadini i quali godrebbero di una maggiore tempestività nei risarcimenti e di nuovi sgravi fiscali. Infatti, la soluzione deve prevedere incentivi fiscali volti a contenere i costi del sistema per gli assicurati, favorendo l'effettiva diffusione delle coperture. A ciò si deve aggiungere che i proprietari delle abitazioni, sostenendo una piccola spesa, potrebbero contare su risarcimenti certi e tempestivi. Senza contare il sistema virtuoso che la proposta innescherebbe sul versante della sicurezza: i prezzi delle coperture sarebbero correlati alle misure di prevenzione adottate dai proprietari, comportando una progressiva riqualificazione del patrimonio edilizio.

Le reazioni. Mentre il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, guarda con favore a questa possibilità, per la strutturale riduzione del costo dei risarcimenti di almeno un miliardo di euro all'anno che produrrebbe, e si dice propensa a modificare l'attuale normativa, molti leggono questa proposta, per l'obbligatorietà che comporterebbe, come una nuova tassa sulla casa.